mercoledì 24 agosto 2016

Approvato progetto sul quartiere Veronetta per partecipazione al Bando ‘Riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie’

Fonte: Ufficio Stampa Comune di Verone, 23/8/16
La Giunta comunale si è riunita oggi in seduta straordinaria per approvare il progetto di fattibilità tecnica ed economica per la “riqualificazione urbana del quartiere di Veronetta” che consente la partecipazione al bando “per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie” approvato dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Il bando, pubblicato il 1° giugno con scadenza il 29 agosto 2016, prevede l’erogazione di un contributo massimo di 18 milioni di euro.
Il progetto complessivo di riqualificazione presentato dal Comune di Verona, con un importo di 36.480.000 euro, è suddiviso in tre lotti e prevede interventi al Palazzo Bocca Trezza, nel compendio immobiliare dell’Ex Caserma Santa Marta e nel compendio immobiliare dell’ex Caserma Passalacqua.
Nel lotto relativo al Palazzo Bocca Trezza, storico edificio cinquecentesco di proprietà comunale oggi chiuso e in stato di degrado, è prevista la realizzazione di uffici comunali/sala convegni; servizi per l’animazione o l’inclusione sociale (dedicati alle famiglie, a soggetti a rischio esclusione sociale, ai ragazzi, agli over-65); spazi in locazione per finalità produttive/espositive/culturali/di socializzazione.
All’Ex Caserma Santa Marta è prevista la realizzazione di: un punto di ristoro, aule studio universitarie e ambienti museali nel Silos di Levante; poliambulatori nella Casa del Capitano; sede della Delegazione Centro dei Vigili Urbani e spazi per associazioni nella Guardiania.
Il lotto relativo al compendio immobiliare dell’ex Caserma Passalacqua, riguardante il campus universitario con impianti sportivi, parchi e parcheggi, conta già su un precedente stanziamento di 18 milioni.
“Si tratta di un quartiere sul quale da anni si opera per migliorare la qualità della vita degli abitanti – ha detto Tosi – Ora, dopo aver avviato il lungo e complesso intervento all’ex caserma Passalacqua, si è presentata la possibilità di chiedere al Governo uno stanziamento di 18 milioni per completare ciò che rimane da ristrutturare, compreso il meraviglioso Silos di Levante e tutto il contesto circostante. Grazie alla velocità e precisione degli uffici comunali siamo in grado di presentare entro i termini un buon progetto, con una compartecipazione dei privati, come richiesto dal bando, e che può quindi aspirare ad ottenere il massimo del punteggio”.
“Un grazie particolare va agli uffici per la velocità con la quale sono riusciti ad elaborare questo impegnativo progetto di fattibilità – ha aggiunto l’assessore ai Lavori pubblici Edoardo Lana – i tre lotti sono indipendenti e complementari e rispondono al requisito della complessità strutturale che il bando richiede. Auspichiamo quindi che il progetto possa avere un esito positivo”.
“All’interno di Palazzo Bocca Trezza troveranno spazio servizi che andranno dall’animazione all’inclusione sociale – ha aggiunto l’assessore ai Servizi sociali Anna Leso – che saranno rivolti alle famiglie, ai ragazzi, ai soggetti a rischio esclusione sociale e agli over-65 con attività di counseling, orientamento, intrattenimento, centro diurno, co-working e molto altro”.

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sabato 19 settembre 2015

Gli scheletri dell’amministrazione Tosi: alla Passalacqua uno è grande come una casa…

Fonte: Lettera Firmata


La Passalacqua doveva essere – tra i grandi progetti annunciati fin dall’inizio del primo mandato – l’intervento di cui i cittadini avrebbero potuto fruire maggiormente, più facilmente e forse anche più velocemente.
E invece, dopo anni e anni di annunci di imminenti inaugurazioni mai avvenute (in questo l’ “amico” Giacino eccelleva), il cantiere è ancora agli inizi, bloccato da mille scuse.
L’immagine più significativa del fallimento del progetto è senz’altro quella che propongo: si tratta del cantiere di uno dei tanti interventi edilizi previsti, anzi è proprio il primo iniziato di quelle palazzine tanto contestate.
Ebbene? direte voi… è un cantiere. Peccato che quello scheletro di edificio a pochi metri dalle mura Austriache (che ci hanno fatto guadagnare il riconoscimento Unesco di Patrimonio dell’Umanità) sia fermo ed abbandonato tale e quale da circa un anno e mezzo in quello stato. Il cantiere di quello che doveva essere “la più grande riqualificazione urbana esistente nell’ Universo” (il magnifico Giacino amava paragonare Verona a New York e la Passalacqua a Central Park…) rimane vergognosamente incompiuto per anni senza che nessuno dei nostri amministratori del Fare! si dia da fare per sollecitare l’ATI Passalacqua e risolvere i problemi (di solito finanziari) del costruttore, che non si vergona di aver tramutato “il fiore all’occhiello” dell’immortale Verona in una sorta di ecomostro che deturpa il panorama dei Bastioni. Insomma il centro di Verona viene trattato come una qualsiasi periferia degradata da costruttori avventurieri (scelti da AGEC per conto del Comune di Verona) e noi Veronesi dobbiamo accettare che la nostra città venga insultata in questo modo. Fare!

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lunedì 16 febbraio 2015

Emporio ancora al palo - Si studia altra soluzione

Fonte: L'Arena.it del 14/02/2015

Il sindaco: «Cerchiamo un'alternativa a Veronetta e puntiamo a trovarla in tempi rapidi, per partire»

 Emporio della solidarietà (o della discordia)? «Stiamo cercando una sito alternativo a via XX Settembre», dice il sindaco Flavio Tosi. Il progetto era aprirlo entro il Natale scorso. In realtà, fra due mesi è Pasqua ed è tutto fermo. Già perché ancora una volta, nonostante la delibera per il cambio di destinazione d'uso dell'ex Casa del fascio, a Veronetta, in via XX Settembre — collocazione contestata da residenti e da tanti consiglieri comunali e della circoscrizione Centro — fosse stata inviata al Consiglio comunale, in realtà in aula non è mai andata. Così dopo polemiche furibonde, dall'estate a oggi; ricerca vana di soluzione alternative e circa 400 firme contro raccolte nel quartiere di Veronetta, il market di generi alimentari e di prima necessità per famiglie in difficoltà, di Caritas e Rete Talenti, è ancora al palo. E ora è anche il sindaco, che già aveva preso tempo per analizzare altri luoghi, a mettere sull'ipotesi di Veronetta, di fatto, la parola fine: «Stiamo verificando altri siti alternativi per un progetto a cui avevamo già detto sì e che comunque non ha impatto perché non è un dormitorio, né una mensa, ma un emporio che serve solo alcune decine di famiglie veronesi in difficoltà economiche. Cerchiamo un'alternativa a Veronetta, vista la trasversale preoccupazione da parte dei residenti del quartiere, che in effetti ha situazioni delicate, in modo da iniziare i lavori in tempi rapidi e in poche settimane partire».
Il consigliere Vittorio Di Dio (Lista Tosi), che ha proposto numerose alternative, rilancia: «La soluzione dell'ex Casa del Fascio non è adeguata».
Intanto, nella parrocchia dei Santi Apostoli, in centro, Caritas e Talenti puntano ad allestire un piccolo emporio in proprio. L'ipotesi di Veronetta sta ormai sfumando.E.G.

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lunedì 9 febbraio 2015

«È una follia l'Emporio nell'ex Casa del Fascio»

Fonte: L'Arena.it del 06/02/14
Quattrocento firme in quattro giorni per dire «no» all'Emporio della solidarietà a Veronetta, a metà di via XX Settembre. «Ed è solo l'inizio», auspicano i promotori. La protesta di quanti sostengono che non sia opportuno aprire lì il market di alimentari e generi di prima necessità per famiglie in difficoltà, non si placa. E un gruppo di consiglieri della prima circoscrizione Centro storico, contrari all'Emporio, ha organizzato una raccolta firme tra residenti e commercianti di Veronetta: da via XX Settembre a via San Nazaro a piazzetta Santa Toscana, fino a piazza Isolo e dintorni.
I firmatari si dicono contrari all'Emporio nell'edificio che si affaccia sui giardini di palazzo Bocca Trezza «sia per tutelare il valore di questo bene pubblico, sia per le insufficienti infrastrutture viabilistiche», si legge nel documento. Inoltre «i residenti di Veronetta sono molto preoccupati dell'impatto che la nuova struttura avrà sul fragile equilibrio sociale di un territorio già degradato che, contrariamente agli altri della città vede la presenza del 21 per cento di stranieri», è scritto nella petizione che fa appello affinché la struttura «non venga aperta qui» e in cui viene evidenziato come logico il nesso tra degrado e immigrazione.
Le firme sono state consegnate al consigliere Vittorio Di Dio, vicecapogruppo della Lista Tosi in Consiglio comunale e strenuo contestatore dell'Emporio nell'ex Casa del Fascio. E Di Dio a sua volta le ha consegnate al sindaco Flavio Tosi, insieme a una breve lettera, a nome della maggior parte dei consiglieri tosiani, in cui si chiede di sospendere e ritirare la delibera per l'insediamento dell'Emporio — che dovrebbe andare al voto del Consiglio — «in attesa di valutare soluzioni alternative in grado di soddisfare le necessità della Caritas sia quelle altrettanto legittime dei cittadini di Veronetta contrari all'insediamento». «La raccolta di firme prosegue. Intanto però abbiamo depositato le prime in nostro possesso perché l'obiettivo è non far nemmeno arrivare in Consiglio questa follia», spiega Teo Berardinelli. «È una protesta senza colore politico né connotazione ideologica. La documentazione è stata consegnata a Di Dio perché è l'unico ad aver dato ascolto alle nostre istanze», aggiunge Elena Brunelli. Oltre a Berardinelli e Brunelli (ex Lista Tosi, poi confluiti nel Gruppo misto proprio come forma di protesta a seguito della decisione della giunta di aprire in via XX Settembre l'Emporio) hanno portato avanti la raccolta firme anche Luisa Sartori, della Lista Tosi, e Gloriana Ferrarese, del Pd.I.N.

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giovedì 5 febbraio 2015

Via Seminario tra pericoli e polemiche

Fonte: L'Arena.it del 03/02/2015
È un doppio senso di marcia lungo appena una manciata di metri. Ma da quando è stato attivato, già alcuni anni fa, sta creando parecchi problemi e numerosi incidenti; al momento e fortunatamente senza gravi conseguenze.
Si tratta di via Seminario, a Veronetta, una traversa di via Carducci che porta verso Santa Maria in Organo. Pur molto stretto, il primo tratto di strada che va da vicolo Bogon a via Carducci, si può percorrere in tutti e due i sensi.
Manovre complicate, retromarce, slalom tra le auto in sosta vietata sono all'ordine del giorno, dato che due auto contemporaneamente dalla via non passano.
Ma la pericolosità si manifesta soprattutto ai danni delle bici che viaggiano sul percorso ciclabile che porta ad attraversare via Carducci anche nel senso di marcia opposto a quello delle auto e cioè da piazza Enrico Bernardi a Interrato dell'Acqua Morta. L'ultimo episodio ieri mattina, pochi minuti dopo le undici, ai danni tra l'altro di una consigliera del parlamentino del centro.
«Stavo pedalando verso piazza Isolo e la macchina si è immessa all'improvviso da via Seminario», spiega Luisa Sartori (Lista Tosi). L'auto, appena partita e dunque a bassissima velocità, ha investito la bici della donna, centrando la ruota posteriore. «Ho fatto un balzo in avanti e per fortuna non mi sono fatta male. Ma bastava che colpisse una manciata di centimetri più avanti e avrebbe preso la mia gamba», aggiunge la consigliera Lista Tosi. «Le auto che si immettono sulla strada controllano bene che la via sia libera a destra ma poi passano, il più delle volte senza verificare se da sinistra sta arrivando qualcuno; bici o autobus che sia», aggiunge.
E si tratta di una situazione più volte denunciata dai residenti della zona. «Scriviamo periodicamente in Comune per evidenziare il disagio ma senza mai un riscontro», afferma una signora residente nel palazzo che fa angolo tra le due vie in questione.
Da almeno un anno la circoscrizione centro, prima in commissione viabilità, poi in Consiglio, aveva affrontato la questione. Il voto era stato a favore dell'eliminazione del doppio senso e nel documento licenziato si chiedeva la possibilità di ripristinare il transito su via Seminario solo da via Carducci in direzione di via Porta Organa.
«Abbiamo inoltrato la richiesta all'amministrazione molti mesi fa. E ho personalmente sollecitato la questione agli uffici preposti, girando loro tutte le segnalazioni e le lamentele che ci arrivano in circoscrizione. Ma il Comune fa orecchie da mercante e il disagio e la pericolosità rimangono», sostiene Ugo Cartolari, consigliere della Lista Tosi, presidente della commissione Viabilità nel parlamentino del centro. I.N.

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lunedì 2 febbraio 2015

No Emporio, via alla raccolta di firme

Fonte: L'Arena.it del 31/01/2015
No Emporio, via alla raccolta di firme 
Di Dio (Lista Tosi): «Non va bene via XX Settembre, il quartiere ha un precario equilibrio da non alterare»
 Non si placano le polemiche sull'Emporio della solidarietà. Tanto più dopo che la decisione della Giunta di inviare la delibera del cambio di destinazione d'uso dell'ex Casa del fascio, in via XX Settembre, a Veronetta, al Consiglio comunale. La votazione in aula consiliare, viste le numerose posizioni critiche emerse sin qui soprattutto nella maggioranza Lega-Lista Tosi, si preannuncia come un terno al lotto. Rischia di non avere i numeri il provvedimento di natura urbanistica che, se passasse, darebbe il via al progetto della Caritas e della Rete Talenti di insediare nell'edificio comunale — da ristrutturare con 240mila euro stanziati da Fondazione Cariverona — un dispensario di viveri. Per una trentina di famiglie in momentaneo stato di indigenza. Segnalate dai servizi sociali. L'immobile, lo ricordiamo, è già stato assegnato a settembre alla Caritas e per mesi si è atteso il cambio di destinazione d'uso. Nel frattempo, dopo la bocciatura da parte della circoscrizione Centro storico, è partita la battaglia. Vittorio Di Dio, vicecapogruppo consiliare della Lista Tosi, promotore dell'assemblea pubblica di qualche mese fa a Veronetta per sentire le ragioni dei contrari all'insediamento all'ex Casa del fascio, non molla la presa. «Mi ero fatto portavoce di tante lamentele di residenti e avevo presentato ben undici alternative all'ex Casa del fascio», dice, «nessuna delle quali è passata. La verità è che la maggior parte dei cittadini di via XX Settembre e dintorni non vuole lì l'Emporio solidale, visto che hanno già vicino un dormitorio per senzatetto e una mensa dei poveri. C'è un fragile equilibrio, in quel quartiere, da non alterare. E so che sta già partendo una raccolta di firme nel quartiere per tentare ancora una volta di opporsi a questo progetto lì. In più», conclude Di Dio, «siccome l'immobile sarebbe dato in concessione per nove anni più nove, alla Caritas, ciò vincolerebbe molto il Comune nel caso, per qualsiasi motivo, volesse alienarlo, senza pagare penali».E.G.

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venerdì 9 gennaio 2015

Caritas: «Emporio in via XX Settembre o facciamo per conto nostro»


Fonte: L'Arena.it del 07/01/15
Dopo mesi di polemiche e anni di proposte e controproposte, arriva l'ultimatum di Caritas e Rete Talenti al Comune sull'Emporio della solidarietà. «L'accordo e la convenzione stipulati dal Comune con la Rete Talenti prevedono che l'Emporio venga ricavato all'ex Casa del Fascio, in via XX Settembre. È il Comune ad avercelo proposto. O ci viene assegnato quello o noi provvederemo per conto nostro a realizzare il servizio, altrove». È quanto dichiara monsignor Giuliano Ceschi, direttore della Caritas. Che con il gruppo di enti e associazioni che formano il gruppo Talenti è titolare del progetto del market di generi alimentari, gratuiti, per una trentina di famiglie in momentaneo stato di difficoltà economica, segnalate dai servizi sociali.
La presa di posizione del direttore della Caritas diocesana, il cui presidente è il vescovo Giuseppe Zenti, sembra mettere una croce sopra l'ipotesi, di cui si sta discutendo in questi giorni, di insediare l'emporio nella casa Cobelli. Cioè l'edificio rurale fatiscente, di proprietà comunale, in via Marin Faliero, al Saval. A proporre questa soluzione, come del resto altri dieci edifici alternativi all'ex casa del Fascio — già scartati da Caritas e Talenti — era stato il vicecapogruppo della Lista Tosi in Consiglio comunale, Vittorio Di Dio. Insieme al capogruppo Massimo Piubello e al consigliere della circoscrizione Centro storico Elena Brunelli.
Il sindaco Flavio Tosi ha incaricato l'assessore al decentramento Antonio Lella di far valutare agli uffici tecnici comunali se è possibile ristrutturare casa Cobelli e allestirvi l'emporio, ma restando dentro la somma di 240mila euro che Fondazione Cariverona ha messo a disposizione per ristrutturare l'ex Casa del Fascio, a palazzo Bocca Trezza. La Caritas fra l'altro ha appena ricevuto il finanziamento di 47mila euro dall'assessorato regionale ai servizi sociali, guidato da Davide Bendinelli, per gli arredi dell'Emporio. Ma se Palazzo Barbieri valuterà che è praticabile la soluzione di via Marin Faliero — su cui c'è convergenza, nella Terza circoscrizione, sia del centrodestra che del centrosinistra — che cosa diranno Caritas e Talenti? «Sinora nessuno ci ha mai proposto la casa del Saval», aggiunge don Ceschi, «che peraltro è fatiscente e non riteniamo adatta. Ribadiamo che per noi l'unica scelta è quella di via XX Settembre».
Insomma, la questione dell'Emporio sembra giunta a un punto di non ritorno. L'assessore comunale ai servizi sociali, Anna Leso, in attesa di conoscere la valutazione tecnica-economica sulla casa Cobelli, del Saval, dichiarava che «per la priorità per l'Emporio solidale resta via XX Settembre e lo è anche per la Rete Talenti e la Caritas, a cui spetterà l'ultima parola». La conferma giunge dunque da monsignor Giuliano Ceschi: la scelta è via XX Settembre, Veronetta. Una scelta — del sito, non del tipo di aiuto a poveri — su cui forze politiche di tutti gli schieramenti e anche di residenti di Veronetta si sono opposti, temendo un eccessivo impatto del servizio — distribuzione di cibo ad alcune persone, con una card personale e per un tempo limitato — sulla vita del quartiere. Ma tra le prime soluzioni alternative proposte da Di Dio c'erano alcuni immobili pure a Veronetta, in via San Nazaro, o stabili dell'ex caserma Santa Marta, secondo una proposta del Pd, a poche centinaia di metri da via XX Settembre.
Dopo quasi tre anni di attesa, dunque, sull'Emporio solidale siamo alla prova della verità.
Enrico Giardini

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giovedì 18 dicembre 2014

Emporio, si allarga lo scontro e si cerca ancora alternativa

Fonte:L'Arena.it del 18/12/2014
Emporio della solidarietà: il Comune — come emerso nella riunione di giunta di ieri — prende ancora tempo per trovare una sede alternativa all'ex Casa del Fascio, in via XX Settembre, a Veronetta, che la Rete Talenti formata da numerose associazioni di volontariato e che comprende la Caritas ha ribadito essere il sito idoneo. Dando però a Palazzo Barbieri un ultimatum: o entro dicembre si conclude l'iter burocratico — cioè il cambio di destinazione d'uso dell'immobile per ricavarvi l'Emporio — dopo le dure polemiche delle scorse settimane, o il progetto del market per dare generi alimentari gratis a persone in momentaneo stato di indigenza, segnalate dai servizi sociali, salta.

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Santa Marta: quasi completata la ristrutturazione dell'ex panificio


Fonte: L'Arena.it del 17/12/2014
Sarà ultimato entro gennaio il nuovo campus dell’Università di Verona realizzato all’ex Caserma Santa Marta, dove è stato operato un intervento di recupero del complesso edilizio con una spesa di 37 milioni di euro.

«Un’opera strategica non solo per il futuro dell’Università, ma anche della città», ha detto il rettore, Nicola Sartor, presentando oggi lo stato dei lavori. «Diventerà fondamentale per il recupero e la riqualificazione del quartiere di Veronetta», ha aggiunto Sartor, riferendosi alla collocazione del campus, inserito nel quartiere a più alto tasso di immigrati della città.

Il restauro ha interessato l’antico stabilimento della Provianda di Santa Marta, costruito dagli austriaci tra il 1863 e il 1865 in un’area in cui, dal 1212, sorgevano una chiesa e l’annesso monastero. Prima dell’annessione di Verona all’Italia (nell’ottobre 1866) lo stabilimento era la base logistica e di rifornimento di pane per tutte le forze asburgiche delle province italiane dell’Impero Austroungarico.

I lavori al silos di Ponente sono stati completati nel 2009, ora sono stati ultimati gli interventi di restauro all’ex panificio.
Nell’ex Panificio sorgeranno spazi dedicati a studenti, personale docente, ricercatore e personale tecnico amministrativo. Aree destinate a funzioni diverse che si susseguono dal piano interrato al sottotetto. Al piano interrato sorgeranno, infatti, 8 laboratori didattici per 324 posti, un deposito libri di 540 mq e una zona ristoro di circa 350 mq, al piano terra una hall di accesso e 11 aule didattiche per un totale di circa 758 posti a sedere e una zona destinata alla segreteria studenti. Al primo e al secondo piano saranno ospitati gli studi dei docenti e gli uffici del personale tecnico amministrativo per circa 160 postazioni di lavoro e 8 aule didattiche di cui 3 per i dottorandi. All’ultimo piano troverà, invece, collocazione una biblioteca con sale consultazioni per 256 posti, una zona a scaffale aperto di circa 825 mq, una zona a scaffale aperto tematica con 64 posti di consultazione di circa 350 mq, uffici per il servizio bibliotecario per 16 postazioni di lavoro e ulteriori 30 postazioni di lavoro riservate al personale dei dipartimenti.

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mercoledì 17 dicembre 2014

Emporio della Solidarietà in via XX Settembre: la voce degli organizzatori

Fonte: Verona-in.it del 16/12/2014
L’ex Casa del Fascio è stata scelta perché c’è la disponibilità di Fondazione Cariverona per il restauro: «non abbiamo i soldi per lavori di ristrutturazione e non possiamo pagare affitti elevati» spiegano le associazioni di Rete Talenti riunite nella sede del CSV. «Fornire beni di prima necessità a chi ne ha bisogno non attira i delinquenti ma svolge un’importante funzione preventiva contro il degrado e la criminalità». Parte soft la conferenza stampa di Rete Talenti, il gruppo di associazioni veronesi che dovrebbe gestire l’Emporio della solidarietà di Palazzo Bocca Trezza in via XX Settembre a Veronetta. Ma dura poco. Carlo Croce, vicepresidente di Caritas, dalla sede del Centro Servizio Volontariato martedì 16 dicembre risponde con fermezza a chi il negozio di generi alimentari nell’ex Casa del Fascio non lo vuole: quei cittadini che fanno parte della «minoranza chiassosa» e i politici «che si muovono per logiche di consenso», il tutto condito «da una cattiva informazione». E c’è anche l’ultimatum al Comune, perché faccia tutti i passi necessari per rendere possibile l’apertura dell’Emporio entro la fine dell’anno. I cittadini a cui allude Croce sono quelli convinti che non esiste confine tra povertà e delinquenza e quelli che non considerano comunque adatta la sede di Palazzo Bocca Trezza per ospitare un’iniziativa del genere. E i politici? Viene fuori il nome di Vittorio Di Dio (Lista Tosi) contrario alla soluzione su cui invece si trovano d’accordo il sindaco Flavio Tosi e il vescovo Giuseppe Zenti. Di Dio ha raccolto firme e proposto sedi alternative che Rete Talenti ha verificato e bocciato. Ma perché Palazzo Bocca Trezza? «Perché Cariverona, che si prenderebbe l’impegno di restaurare l’ex Casa del Fascio, mira i suoi interventi su edifici di interesse storico-artistico e non in contesti anonimi» spiega Luisa Ceni (Associazione cattolica internazionale al servizio della giovane – ACISJF), aggiungendo che una parte dello stabile andrebbe sì all’Emporio, ma solo in comodato per 9 anni, «poi tutto sarebbe restituito, con grande vantaggio per la città». Rete Talenti non ha i soldi per restaurare immobili o pagare affitti elevati e per questo tiene duro sulla location (e sullo sponsor) accusando di miopia «quei politici che ipotizzano soluzioni assurde e fantasiose». Soluzioni che Croce ha ribattinato: «si va dallo stabile di Vicolo Fiumicello 1, con un affitto di 877 euro al mese e problemi di traffico, ai 9000 metri quadrati scoperti di Strada La Rizza. L’ex canile ogni tanto torna alla ribalta ma è stato proprio il Comune a bocciare questa ipotesi tre anni fa. C’è poi il capitolo chiese: Tempio Votivo, Santa Chiara, San Pietro Incarnario, San Domenico… ma non è proprio il caso dopo l’esperienza di Santa Maria Rocca Maggiore dichiarata off limits dalla Soprintendenza. Infine la proposta del PD per dei locali all’interno di Santa Marta: «Ci siamo già passati tre anni fa, con tempi e costi per il restauro per noi improponibili». E’ stato spiegato che l’Emporio ha anche una funzione di prevenzione della criminalità: «chi è senza lavoro e ha fame può essere spinto dalla necessità a compiere azioni illegali». Infine viene data la notizia che la Regione ha chiesto a Rete Talenti di fornire una Procedura Standard Operativa per poter replicare l’iniziativa in tutte le sette Province del Veneto. Oltre a Carlo Croce e Luisa Ceni erano presenti Marco Tezza (Ronda della Carità), Francesco Zinno (Ronda della Carità), Adriana Cavaggioni (Conferenze San Vincenzo De Paoli) e Paola Cinquetti (Centro Diocesano Aiuto Vita – CDAV). g.m.
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Fonte: Veronasera.it del 16/12/2014
"Emporio della solidarietà" a Veronetta: la Caritas spinge per aprire e smonta la "disinformazione"

Riduzioni degli sprechi sugli aiuti erogati, realizzazione di un adeguato processo di accompagnamento delle famiglie e degli utenti, anziché limitarsi alla sola fase erogativa di alimenti, sostegno alle crescenti forme temporanee di fragilità economiche, come nel caso di famiglie con difficoltà di spesa nella seconda parte del mese. Con questi intenti, nel 2010, un gruppo di enti di volontariato sociale impegnati nel contrasto alle povertà e operanti nel territorio veronese, hanno dato vita alla “Rete Talenti”. Soprattutto, quindi, con lo scopo di monitorare le crescenti situazioni di disagio e individuare un modus operandi, il più possibile condiviso, nell’ambito del sostegno alimentare. Da queste riflessioni è nato il progetto "Emporio della Solidarietà", già avviato con successo da quasi 10 anni in molte città italiane, dove famiglie selezionate, attraverso appositi criteri di accesso, possano reperire gratuitamente generi di prima necessità, scegliendo i prodotti secondo le proprie necessità, con l'obiettivo ambizioso di coprire circa il 40-50 percento del loro fabbisogno alimentare, rispetto all'attuale prassi della sola borsa mensile. Un progetto portato anche a Verona e che fin da quando è stato "promosso" in Comune non ha mancato di far parlare di se', soprattutto per l'individuazione della sede in cui realizzarlo. Ora la "Rete Talenti" chiede che si decida per lo stabile di Veronetta, l'ormai nota ex "Casa del Fascio" che già in estate era stata avanzata come possibile nuova sede. UN LUNGO PERCORSO - Ma è un'idea che non trova i favori di molti membri del Comune, sia dell'opposizione che della stessa maggioranza. In realtà sono anni che se ne parla. Nel 2012 il progetto è stato presentato al Comune, alla Provincia di Verona e alla Regione Veneto, chiedendo sostegno economico e uno spazio idoneo dove realizzarlo. Da quel momento è iniziato un iter, con ipotesi di concessioni varie come l’ex canile municipale, la ex caserma Santa Marta, la ex chiesa Santa Maria Rocca Maggiore ed altre ipotesi, tutte accettate dalla Rete Talenti ma rivelatesi successivamente impraticabili. Finalmente a maggio 2014, l'assessore alle Politiche sociali, Anna Leso, aveva proposto all'associazione l'edificio annesso al palazzo Bocca Trezza, (ex Casa del Fascio), in via XX Settembre. Il primo agosto 2014 viene protocollata, dal Comune di Verona, la concessione della palazzina alla Caritas Diocesana Veronese, attuale capofila del progetto, che per tale atto ha versato l'importo di poco meno che 5mila euro e avviato tutte le procedure autorizzative per la realizzazione dell'Emporio. L'11 novembre scorso le due commissioni consiliari competenti hanno approvato il progetto per il restauro e risanamento conservativo dell'edificio di via XX Settembre per realizzare l'Emporio della solidarietà, con ben 15 voti, trasversali, favorevoli e uno solo contrario. Le commissioni hanno disposto quindi la trasmissione della proposta di delibera al Consiglio comunale, esprimendo parere favorevole sul merito. Successivamente, ad opera di quella che viene definita dalla stessa Caritas una “minoranza chiassosa” si era avviata una frenetica trattativa per spostare altrove la sede, già concessa, presentando "motivazioni contraddittorie e pretestuose, per lo più dettate da una scarsa conoscenza delle finalità e delle modalità operative del progetto". La Rete Talenti ha così diffuso una nota per "smontare" punto per punto tali motivazioni. file di barboni, ovvero esiguità delle persone aiutate: "In realtà - spiega Rete Talenti - si procederà con un accesso regolato e graduale a partire da circa 30-40 famiglie al giorno, opportunamente selezionate, per raggiungere il livello ottimale, in base alle capacità di sostegno che l'Emporio riuscirà ad esprimere (spazi utili e rifornimento scaffali)". Peggioramento della già precaria circolazione locale: "I mezzi che riforniranno l'emporio saranno idonei per accedere negli spazi antistanti l'edificio interessato, all'interno del comprensorio e non determineranno alcun impatto sul traffico locale". Problemi di sicurezza: "La presenza dei volontari addetti all'Emporio e l'affluenza di persone selezionate e ben conosciute, rafforzerà l'attuale presidio locale". Ghettizzazione del quartiere: "Il progetto Emporio - continua la nota dell'associazione caritatevole - sviluppato nella sede prescelta, esprime un potenziale di esperienze generative positive e auspica una feconda sinergia della dimensione Solidaristica con quella Culturale e Artistica attraverso la condivisione di iniziative promozionali in collaborazione con il Comitato Porta Vescovo e con le associazioni culturali Dèsegni, ZeroPerCento e Società Cooperativa3A, coadiuvando e implementando le diverse iniziative culturali già avviate all’interno dell’area verde tra cui: laboratori creativi, concerti, cinema all’aperto, mercatini artigianali. "Il polverone sollevato e le diatribe politiche collegate alla concessione della sede dell'Emporio solidale non trasmettono segnali di speranza per la nostra città - conclude l'associazione della Caritas - e mortificano il capitale umano del volontariato coinvolto, oltre che di quei cittadini (maggioranza silenziosa) che stanno aspettando da anni, di poter sostenere l'iniziativa, ma ancora di più coloro che ne hanno bisogno". PROGETTO ABBRACCIATO IN REGIONE - Per questo Rete Talenti si dice "fortemente determinata a contrastare il rischio di assistere al vanificarsi di tanto impegno organizzativo e la progressiva perdita di attenzione, da parte di varie aziende ed enti benefattori, possibili fonti di finanziamento e non ultima della stessa comunità locale". Intanto la Regione Veneto, che ha fatto proprio il progetto veronese dell'Emporio solidale sposandone totalmente gli obiettivi e le procedure operative, sollecita la nascita di Empori simili anche nelle altre province venete. Per passare dalle parole ai fatti, il vescovo Giuseppe Zenti ha recentemente sollecitato il Comune a presentare proposte alternative alla “ex Casa del Fascio” con i requisiti a suo tempo indicati dalla Rete Talenti. "Dopo un riesame dettagliato delle proposte ad oggi pervenute, alcune delle quali già precedentemente accettate e rivelatesi poi impraticabili, la Rete Talenti è giunta alla conclusione che nessuna di esse rappresenti concretamente un’alternativa valide". Così si chiede formalmente,al Comune di Verona, di "perfezionare la concessione già firmata, attraverso il cambio di destinazione d'uso dell'immobile assegnato, auspicando la conclusione dell'iter burocratico entro il corrente mese di dicembre 2014". Diversamente, l’inadempienza del Comune di Verona determinerà ulteriori rinvii, se non addirittura l’impossibilità di realizzare il progetto stesso, dopo ben due anni di estenuante attesa, rivelando una preoccupante insensibilità alle crescenti difficoltà e ai bisogni delle famiglie povere residenti in Verona. RETE TALENTI - Il coordinamento della Rete Talenti vede riuniti, sullo stesso tavolo di programmazione, Caritas Diocesana Veronese, Associazione di Carità S. Zeno onlus, ACLI Verona, Ronda della Carità, Conferenze della San Vincenzo, Gruppi di Volontariato Vincenziano, Centro Diocesano Aiuto Vita, Casa della Giovane, Comitato veronese della Croce Rossa Italiana (rappresentativi di migliaia di volontari nel nostro territorio) e Comune di Verona.

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